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Il santuario 

dei vivi

Mixed technique
Work presented at La Bellezza Resta, 2014
Monza, Teatro Binario
La bellezza resta 1.jpg

Written by Antonella Gerbi

L'installazione presentata all'interno del progetto "La Bellezza Resta" curata da Armando Fettolini e Simona Bartolena al Tatro Binario 7 di Monza vuole essere.....

 

Ferro, porte inclinate che creano un passaggio. Filo arrugginito che scorre, sopra e sotto, flessibile come il pensiero e mutevole e capriccioso come il presente. Parallelepipedi che fluttuano in questo nuovo luogo di passaggio come cascate di immagini. Immagini, imprigionate nel Santuario, assemblate e inglobate entro supporti convenuti che ne fanno l’ipertesto di una unica installazione, mutano, si spostano, talvolta cambiano come cambia la nostra concentrazione e la nostra visuale rispetto agli eventi della vita. Immagini che vanno a formare quasi un archivio, un insieme di tutte le persone che si incontrano nella vita e che rimangono per un periodo di tempo indefinito. Il santuario e’ un organismo in continua evoluzione, crescera’ e si moltiplichera’, cambiera’ nella forma, meno nella sostanza.

 

Tutto quello che abbiamo lo abbiamo a titolo provvisorio. L’opera vuole soffermarsi sul grande valore del presente: si racconta e racconta i luoghi e gli accadimenti che l’hanno animata, svolge una narrazione polisemica in cui convivono identita’ formali diseguali ma pur sempre legate tutte a una poetica. Diventa un singolare “autoritratto” che si va articolando di uomo in uomo e di tempo in tempo, dando cosi’ forma e vita a una coralita’ intrigante. Non c’e’ un centro o un unico profilo per questa autorappresentazione che vuole suggerire una avventura percettiva in grado di corrispondere maggiormente alle articolazioni plastiche agite dall’autrice. Non c’e’ un unico dire di una sola forma. C’e’ invece una costellazione di profili e di identita’, di cuori pulsanti in essa che danno voce a un coro, a una spazialita’ corale piu’ antica, classica, percio’ dotata di quell’aura magica che la sacralizza.

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